Il progetto agricolo della famiglia Pepe non si limita al vino, del resto nelle colline Teramane, per fortuna, il fenomeno della monocoltura non è radicato come in altre zone vitivinicole italiane. Grano e ulivi quindi hanno da sempre contornato le vigne, ma il desiderio ottenere prodotti sani e nutrienti da campi non trattati, ha spinto i Pepe ad andare oltre, affiancando al vino, la produzione di pasta, olio e farina.
La pasta proviene da un campo di grano di una antica varietà chiamata “Senatore Cappelli”, che non essendo mai stata geneticamente modificata, cresce fino a due metri di altezza e dà un grano di scarsa resa, ma con alto valore nutrizionale. La coltivazione avviene secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, i chicchi vengono macinati a pietra e la pasta, dopo la trafilatura al bronzo, viene essiccata per lungo tempo a bassa temperatura.
Gli oliveti invece sono adiacenti ai vigneti, in modo da creare biodiversità e accrescere la popolazione di lieviti indigeni, e sono coltivate tre varietà autoctone abruzzesi: Leccino, Frantoio e Tortiglione. Nella coltivazione si rispettano le stagioni e i tempi della natura, esattamente come viene fatto per il vino. Dopo la raccolta manuale, le olive vengono immediatamente trasportate in un frantoio nei dintorni per la molitura, e l’olio non viene filtrato, ma solo sottoposto a una lieve decantazione.
Infine, da un campo con una popolazione evolutiva di frumento tenero composta da più di duemila varietà di semi antichi da tutto il mondo, attraverso la macinatura a pietra, si ottiene la Farina di Miscuglio di grani antichi.
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