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La giornata di Martin Gojer | Pranzegg

La giornata del vignaiolo //

La giornata di Martin Gojer | Pranzegg

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Io e Marion fissiamo la sveglia alle 5 e 31. Per fortuna sul telefono c’è la funzione “snooze” che silenzia la sveglia e ci concede ancora altri otto minuti di sonno. A seconda degli impegni della giornata o di com’è finita la serata precedente decidiamo quante volte rimandarla, ma alle 6 al massimo siamo entrambi in piedi.

Per colazione caffè e pane, burro e marmellata e nel frattempo si progetta la giornata. In realtà abbiamo un calendario settimanale, ma i programmi diventano definitivi solo alla mattina, dopo aver guardato dalla finestra se il cielo promette sole o pioggia. Giusto tempo di fare due lavori in casa o in ufficio e di portare i bambini a scuola, che alle otto ci raggiungono i ragazzi che lavorano insieme a noi.

In questo momento dell’anno si fa un po’ di tutto: essendo Pranzegg un’azienda piccola, io e Marion ci occupiamo di tante cose diverse e questo rende le nostre giornate molto variopinte. In campo abbiamo cominciato la scacchiatura sui primi vigneti: si lasciano sulla pianta solo i germogli fruttiferi migliori, così che la pianta concentri tutto il potenziale che ha da dare su quelli. Inoltre questo è il periodo cruciale per la distribuzione dei preparati biodinamici. Il mese scorso abbiamo cominciato con il 500, ossia il corno letame, che dopo esser stato diluito con l’acqua e dinamizzato, viene dato al terreno a gocce. La sua funzione è di potenziare il suolo, questo preparato è un trasmettitore delle energie cosmiche che vengono concentrate nella terra. La prossima settimana invece sarà il turno del 501, ossia il corno silice, anch’esso viene diluito e dinamizzato, per poi essere nebulizzato e distribuito sulle foglie e nell’atmosfera. Il suo ruolo è di potenziare la crescita e l’assorbimento della luce delle piante, sempre attraverso la trasmissione di energie cosmiche.

Da Pranzegg abbiamo cominciato ad adottare le pratiche biodinamiche nel 2014, non siamo certificati, ma abbiamo notato tanti effetti positivi. La vigna è più tonica e il terreno ha cambiato odore e sapore, l’uva ha acini più consistenti e ha guadagnato croccantezza, dando vita a vini più brillanti e vibranti.

A mezzogiorno ci fermiamo un’oretta per pranzare. Mangiamo sempre tutti insieme, anche coi ragazzi che lavorano con noi. Alla nostra tavola siedono sempre dalle cinque alle sette persone. In cucina ci alterniamo Marion, mia madre ed io. Per noi è molto importante mangiare prodotti stagionali che provengono dal nostro orto o che acquistiamo da nostri amici agricoltori biologici o biodinamici. Il vino non manca mai, solitamente beviamo sempre alla cieca, così da rendere un momento conviviale anche didattico. Infatti raramente beviamo i nostri vini: preferiamo assaggiare quelli dei nostri amici e colleghi. Finito di mangiare ci rimettiamo al lavoro.

In cantina in questi giorni ci dividiamo i compiti tra l’imbottigliamento delle nuove annate, come il Tonsur 2020, l’etichettatura e la preparazione dei pallet per le spedizioni. Fortunatamente, dopo tanto tempo stanno cominciando a tornare un po’ di visitatori: si chiacchiera, si portano in vigna, in cantina e si assaggiano i vini insieme. L’anno scorso abbiamo poi cominciato a far parte di un progetto insieme ad altri viticoltori europei sulla biodinamica e sull’omeopatia e spesso ci ritroviamo in video conferenza per scambiarci opinioni, consigli e idee.

I ragazzi staccano verso le 17 e 30, io difficilmente riesco a chiudere la giornata prima delle 18. Preferisco piuttosto prendermi un attimo di pausa per dar quattro calci al pallone insieme ai miei figli e poi continuare fino alle 19.

Quando abbiamo finito di lavorare ci ritroviamo ancora una volta intorno al tavolo per cena. Io vivo un po’ come le galline, il mio bioritmo dipende dalla stagione e dalla durata del giorno. D’inverno ho bisogno di dormire tanto e faccio fatica ad alzarmi presto quando fa ancora buio, invece in primavera e in estate, quando le giornate durano più a lungo, ho molta più resistenza. In ogni caso, se non andiamo a cena con amici o non abbiamo impegni particolari, verso le 21 e 30 vado già a letto. Non sono un nottambulo e alle 5 e 31 del giorno dopo suona di nuovo la sveglia. Per fortuna però posso sempre schiacciare “snooze”.

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