Terrazzamenti a strapiombo sul mare e vini profondamente mediterranei, figli del sole, del mare e del lavoro di instancabili vignaioli eroici. Nella riviera ligure di levante, attorno a cinque piccoli borghi affacciati sul mare si sviluppa uno tra i più affascinanti territori del vino italiano. Le Cinque Terre raccontano la storia di come l'uomo abbia saputo convivere con una natura tanto preziosa quanto selvaggia, domandone le pendenze vertiginose della sottile striscia di terra racchiusa tra gli scogli a riva e le cime scoscese a monte.
Le Cinque Terre sono il territorio simbolo della viticoltura eroica in Italia. I vigneti di Possa sono interamente sostenuti da muretti a secco, costruiti e restaurati da Heydi per un totale di più di cinquemila metri. Le pendenze variano da un minimo del 15% fino a punte di 60 %, motivo per il quale le lavorazioni sono interamente svolte a mano e richiedono fino ad otto volte del tempo in più rispetto alle stesse operazioni in pianura. L’unica “tecnologia di vigna” da Possa è rappresentata da una monorotaia che trasporta le cassette delle uve quasi fino alla strada, anche se da alcuni anni Heydi ha riportato in auge la tradizionale vendemmia via mare, dove le uve vengono trasportare da una barca fino alla spiaggia di Riomaggiore.
Essere vignaioli in Cinque Terre significa innanzitutto sacrificio: una costante battaglia per custodire quei piccoli lembi di terra tanto sudati quanto fragili, figli di una natura che tanto sa dare e altrettanto velocemente sa riprendersi tutto. Negli ultimi quarant’anni l’abbandono dei vigneti e lo spopolamento del territorio ha comportato una riduzione degli ettari vitati da oltre milleduecento a poco più di cento. Oggi per fortuna si assiste a una piccola inversione di tendenza, grazie a vignaioli come Heydi che hanno deciso di investire sulla rinascita della viticoltura in Cinque Terre, mettendo in atto una vera e propria opera di restauro. Si tratta di rimettere in sesto a proprie spese i muretti a secco e i terrazzamenti abbandonati con la consapevolezza che sono sufficienti una forte pioggia o una mareggiata per mettere a repentaglio il lavoro di mesi.
La cantina di Possa si trova tra gli stretti caruggi del centro di Riomaggiore, all’interno di un piccolo locale con le pareti di roccia viva datato 1300. È qui che Heydi da sfogo alla sua continua voglia di sperimentare, lo si capisce dalle anfore di varie dimensioni e a differenti gradi di cottura e dai diversi tipi di legni che affollano la cantina: melo, ciliegio, pero, castagno, acacia, rovere e persino larice. Così nascono vini tradizionali, come il Cinque Terre e gli Sciacchetrà, ottenuti da principalmente da bosco, albarola, vermentino e rossese bianco, altri più ispirati al passato, come i Vin dei Vecci ripassati sulle bucce esauste delle uve passite, e altri ancora innovativi, come le due bollicine Principe Jacopo e Brio d’Amour.
Oro liquido delle Cinque Terre, lo Sciacchetrà è il vino più identificativo del territorio, simbolo di una tradizione secolare legata all’ospitalità ai momenti di festa. In seguito all’appassimento delle uve sui graticci, nel mese di novembre Heydi si dedica alla sgranatura manuale dei grappoli, mentre a suo figlio Jacopo è dedicato il compito di pigiare le uve con i piedi. Oltre all’impiego di legni particolari come pero, ciliegio e melo, Heydi ha voluto dare vita anche a uno Sciacchetrà affinato in anfora e a un passito rosso prodotto con lo stesso metodo, anch’esso tradizionale ma dimenticato dai più, il Rinascita.
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