Quella tra Maddalena e il vino è la storia di un amore ritrovato. Cresciuta in una famiglia estremamente legata a quel mondo, Maddalena fino ai ventun'anni di lavorare col vino proprio non ne voleva sapere. Perfino quando suo padre Emilio le propone di affiancarlo in un'avventura interamente nuova, lei rifiuta. Poi però, accompagnadolo in quella che diventerà Musella, basta uno sguardo per innamorarsi perdutamente del luogo, dei suoi boschi e dei suoi paesaggi. Così Maddalena, in un'ottica totalmente nuova, torna ad avvicinarsi al vino, che diventa il mezzo per interpretare l'energia vitale di una vera e propria oasi naturale alle porte di Verona.
Sin dal principio, il padre di Maddalena rifiuta l'impiego di pesticidi e diserbanti, eppure il lavoro di cantina, in mano al cugino Enrico, rimane confinato nel comparto del convenzionale. Maddalena chiede di poter portare avanti la sua prima sperimentazione su due ettari, lavorati esclusivamente da ragazze, con il solo uso di rame e zolfo, dando vita al primissimo Amarone Senza Titolo. Il risultato inizialmente non è dei migliori, ma Enrico rassicura Maddalena e mette la sua esperienza al servizio del vino. In quel momento nasce l'intesa vincente tra i due che oggi è il segreto di Musella: Maddalena trova la possibilità di confrontarsi e scambiare conoscenze con il cugino ed Enrico comprende l'enorme potenziale di un approccio al vino totalmente diverso da quello che gli era stato insegnato.
Da lì in poi Maddalena non si ferma più. Negli anni successivi si imbatte nella biodinamica, la studia, ne fa esperienza diretta e intravede nell’approccio steineriano la strada da percorrere per riabbracciare nella sua totalità il mondo del vino. Così nel 2009, presenta al padre Emilio un piano di conversione totale di Musella. Non senza remore, Emilio accetta ed Enrico accoglie la sfida con entusiasmo. I risultati in vigna non tardano ad arrivare e, presto, si riflettono in cantina, donando nuova linfa vitale ai vini, che si esprimono sempre più vivi e vibranti.
Nella cantina a volte di mattoni di Maddalena, col passare degli anni, le piccole botti di rovere tostato hanno lasciato spazio a contenitori differenti: botti grandi non tostate, uova e vasche coloratissime di cemento e perfino il marmo, in grado di assecondare la curiosità creativa di Maddalena. Da qui nascono due diverse declinazioni di Valpolicella, fresco e succoso il Superiore, più rotondo e morbido il Superiore Ripasso. Dalle uve per l’Amarone della Valpolicella si procede a una prima selezione per l’Amarone Riserva, che affronta un periodo di affinamento più lungo, e a una seconda (ancora più stringente) per l’Amarone Senza Titolo, per cui il tempo di maturazione si protrae ben oltre i quattro anni. Chiude il panorama della Valpolicella il Recioto, prodotto solo nelle migliori annate, e figlio di un’ennesima ulteriore selezione.
La cantina della Musella custodisce al suo interno una rarità, infatti è la prima cantina al mondo che affina i propri vini all’interno di vasche scolpite nel marmo locale. Le sfere di Marmo Rosa di Lessinia sono una brillante intuizione di Maddalena, alla ricerca di un contenitore che accogliesse senza costrizioni le uve della garganega. Grazie all’aiuto di artigiani locali è riuscita a dare vita al suo desiderio, permettendo così al Drago Bianco di affinare all’interno della sua stessa terra, secondo i principi della geomaturazione. Maddalena racconta che all’interno delle sfere, grazie allo scambio di temperatura con l’esterno, si forma nel vino un movimento: una danza, leggera e costante, che lo distende e purifica allo stesso tempo.