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La Stoppa | Déjà vu

Fotografie dalla terra //

La Stoppa | Déjà vu

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Ricordi "a scatti" di una giornata in compagnia di Elena Pantaleoni e Giulio Armani.

La Val Trebbiola

Se il rinascimento dei vini emiliani degli ultimi anni si è concentrato specialmente su vini frizzanti e rifermentati, i vigneti delle prime colline a sud del Po poggiano su terre rosse di origine antica, che al contrario si prestano alla produzione di rossi da invecchiamento ad alta gradazione e di vini dolci. Si tratta di suoli pesanti, prevalentemente argillosi, con una forte presenza di ferro ossidato, a cui è dovuta la colorazione. Sulla cima di una di queste colline, nella Val Trebbiola, poco ad ovest di Rivergaro e del fiume Trebbia, si spiega l’intera tenuta di La Stoppa che conta un totale di 58 ettari, di cui 30 vitati.

Leggi il nostro reportage di una giornata da La Stoppa!

La storia

La storia di La Stoppa comincia con la fondazione da parte dell’avvocato Giancarlo Ageno, intellettuale ritiratosi in campagna che impiantò i primi vitigni d’origine francese, a cui oggi è dedicato l’Ageno, uno dei vini simbolo dell’azienda. Alla scomparsa dell’avvocato Ageno, nel 1947, l’azienda, priva di eredi, rimase nelle mani del fattore che la mantenne in vita fino al 1974, anno in cui Raffaele Pantaleoni, il padre di Elena, acquistò la tenuta. Raffaele si trasferì con la famiglia a La Stoppa, decise di cominciare ad imbottigliare il vino e, pur essendo un imprenditore industriale, comprese di dover accogliere la natura come variabile, piuttosto che provare a controllarla.

Ascolta la nostra chiacchierata con Elena Pantaleoni!

La riforma di Elena

Elena, sin da piccola, di una cosa era certa: non sarebbe mai rimasta a Piacenza. E invece, quel luogo che l’ha vista crescere ha la capacità di richiamarla a sé nel 1991, anno in cui Elena, in punta di piedi, torna a La Stoppa. Bastano quattro anni perché, forte della spalla di Giulio Armani, in cantina dal 1980, Elena prenda in mano le redini dell’azienda, ampliando l'estensione dei vigneti e reintroducendo varietà locali come bonarda e barbera, al posto di marsanne, tokaj, pinot grigio, pinot nero.

Leggi la storia di Elena Pantaleoni!

La cantina e Giulio Armani

È il 1980 quando, appena vent’enne, Giulio Armani bussa alle porte di La Stoppa. Ad accoglierlo è Raffaele che dopo una prima esperienza di vendemmia, cogliendone le capacità tecniche e la rara sensibilità, lo invita a fermarsi. Ancora oggi Giulio guida le vinificazioni a La Stoppa, riuscendo a coniugare la struttura, l’alcol e la rusticità tipica dei vini del territorio, con una rinnovata freschezza, coadiuvata da un pizzico di acidità volatile, e una vibrazione al sorso che identificano lo stile di La Stoppa. Sul versante dei rossi, dal taglio bonarda-barbera, nascono l’agile Trebbiolo e la voluminosa Macchiona, mentre la barbera diventa solista nel Camporomano. I vitigni internazionali rimasti confluiscono invece nel Riostoppa oppure, nel caso del semillon, nel Buca delle Canne, un simil Sauternes dei colli Piacentini. Chiudono la gamma due malvasie di Candia, nella versione orange Ageno e in quella dolce Vigna del Volta.

Scopri tutti i vini di La Stoppa!

Ecologia, etica e salvaguardia

A La Stoppa, accanto all'approccio ecologico portato avanti in campo e in cantina, anche l'aspetto etico assume un ruolo di fondamentale importanza, specialmente nella gestione dei dipendenti e nella politica dei prezzi. Per questo il lavoro di Elena negli anni si è concentrato anche nella costruzione di una squadra stabile, internazionale e ben organizzata, in modo da non dover ricorrere a lavoratori stagionali. Allo stesso modo, nonostante i lunghissimi affinamenti in cantina e in bottiglia, Elena cerca di offrire grandi bottiglie che, sugli scaffali delle enoteche, conservano prezzi popolari e ancora accessibili. Infine, da alcuni anni, l’impegno di Elena si è spostato fin oltreoceano dove, in collaborazione con Nicola Massa, ha dato vita a La Mision, un progetto di salvaguardia della biodiversità delle vigne antiche del Cile.

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