Seguendo il corso della Loira dalla sorgente alla foce, poco prima di arrivare a Tours, l’acqua lambisce il piccolo comune di Vouvray, che dà il nome a una delle Appellation d'Origine Contrôlée più famose per lo chenin blanc e per la Loira intera. Il sottosuolo tufaceo e profondo dell’area consente un perfetto sviluppo radicale della vite che, combinato alla particolare condizione climatica a metà strada tra l’oceanico e il continentale, restituisce uve ricche di acidità. È proprio l’acidità a fare da fil rouge nell’incredibile varietà stilistica ed espressiva degli chenin di Vouvray.
Quello di Huet è uno di quei nomi del vino avvolto nel mito. Per scoprirne l’origine bisogna risalire al 1928, anno della fondazione del Domaine ad opera di Victor e Gaston Huet, che fin da subito adottarono un approccio agricolo fondato sull’osservazione della natura e del cosmo. Da allora, biodinamica e buonsenso sono sempre stati i tasselli fondamentali delle pratiche agricole adottate nei vigneti del Domaine, sia sotto la guida di Noël Pinguet (régisseur dal 1976) che della famiglia Hwang, proprietaria dal 2003.
Oggi alla direzione del Domaine c’è Sarah Hwang, di origine newyorkese, ma cresciuta a stretto contatto con il mondo del vino. Già nel 1997, infatti, la famiglia Hwang entra a far parte del panorama enologico mondiale con l’acquisizione di Kyralyudvar, storica azienda ungherese nell’area di produzione del Tokaji. Sarah si trasferisce a Vouvray nel 2012, anno della partenza di Noël, e sceglie di dare continuità al lavoro svolto negli anni al Domaine, per dare a vita a vini che siano prima di tutto vini di vigna. Ad affiancarla c’è Benjamin Joliveau, originario di Vouvray e a Huet dal 2008, che oggi è diventato responsabile della viticoltura e della vinificazione.
Lo chenin blanc si fa vanto di due attributi distintivi che ne identificano carattere e capacità di vincere il tempo: la vibrante acidità e la tipica sfumatura mandorlata. Da qui il grande potenziale evolutivo e la piacevolezza del connubio con piccole quantità di zucchero per un perfetto rapporto tra acido, amaro e dolce. Così, oltre alla naturale predisposizione alla spumantizzazione, a Vouvray nasce una classificazione in base al residuo zuccherino che divide gli Chenin in Sec, Demi-Sec, Molleaux e 1ère Trie (in ordine crescente di zucchero). Più elevata sarà la dolcezza, maggiore sarà la predisposizione del vino a sfoggiare i caratteri tipici del vitigno in gioventù, per poi mettere in mostra, con il passare degli anni, i connotati del suolo di provenienza.
Da Huet, gli Chenin non si suddividono solo in base al differente residuo zuccherino, ma anche a seconda del vigneto di provenienza. A Haut-Lieu, l’appezzamento che ha dato origine al Domaine, il suolo è profondo, di natura argillo calcarea e con prevalenza di argille brune, per lo chenin più semplice, definito e generoso nei profumi. Nel Clos du Bourg, la parcella più antica di Vouvray su roccia calcarea, i terreni diventano ciottolosi e perdono profondità, rivelando al calice più volume e grassezza, Infine, a Le Mont, a ciottoli silicei e più grandi si affiancano argille verdi, restituendo lo chenin più dritto, affilato e sapido.
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