"Già da qualche anno ormai sentirsi dire da un vignaiolo che l'annata è stata semplice è un'utopia. Sicuramente il clima sta cambiando e noi "guardiani della terra" lo sentiamo di giorno in giorno nel nostro animo. Per questo preferiamo raccontare le sensazioni, le emozioni e le certezze/insicurezze che tutti gli anni ci regalano sfumature diverse.
Dopo tutti i lavori autunnali ci siamo concentrati sulle piante cercando di entrare in sinergia con loro. Dopotutto è quello che ci hanno insegnato i nostri nonni. E qualcosa sta cambiando radicalmente: stiamo minimizzando gli interventi sulla chioma e lavorando maggiormente il terreno per garantire una riserva idrica superiore. Le uve maturano più lentamente ma, nonostante questo, il taglio di ogni singola parcella è in anticipo di circa 20 giorni rispetto alle precedenti annate.
Alla fine però dalla vigna alla cantina si crea sempre qualcosa di magico: tutto torna e lì inizia a prendere forma il nostro quadro. Tutti i colori e le emozioni di un'annata racchiuse in un dipinto. Il 2023 ci regalerà qualcosa di speciale!"
Alessia, Noemi, Gianpaolo e Pinuccio, Antichi Vigneti Manca
Scopri Li Sureddi Bianco e le sue tre diverse interpretazioni!
"Ancora una volta la situazione climatica ha messo a prova le nostre certezze.
Tanti giorni di pioggia da metà aprile a metà giugno, praticamente ogni pomeriggio c’è stato un breve ma intenso temporale, ha determinato una virulenza della peronospora come non si era mai visto prima.
Solo i nostri tempestivi e continui interventi di protezione ci hanno permesso di contenere i danni. Poi è incominciata l’estate, prima abbastanza mite, soprattutto con belle escursioni termiche tra il giorno e la notte, però in assenza totale di precipitazioni.
Poi verso l’ultima settimana di agosto è arrivato il grande caldo, temperature oltre i 40 gradi di giorno e mai sotto i 30 gradi di notte.
La maturazione dell’uva ha quindi subito un momento di forte stress e in seguito la mancanza totale di piogge durante il mese di settembre ha influenzato decisamente la dimensione e il peso dei grappoli. Abbiamo quindi fatto come al solito una vendemmia di selezione, concentrandoci sulle scelte in base all’età dei vigneti, alla concentrazione delle uve e all’appassimento in atto in parte dei grappoli. Abbiamo così ottenuto masse omogenee per le loro caratteristiche che saranno sicuramente ben rappresentative dell’annata. Però alla fine il raccolto è stato quasi la metà di quello di un’annata media.
Un altro anno di nuove esperienze che ci ha insegnato nuove cose e ci ha confermato che sarà necessario sempre di più trovare il modo di mettere le nostre viti nella condizione di essere in grado di reagire in autonomia agli stress climatici. Diversi sistemi e densità degli impianti, policoltura e agricoltura rigenerativa, sono alcune delle cose che a Pacina stiamo sperimentando e perseguendo.
Ci vorrà del tempo per vederne i risultati ma la strada è aperta."
Giovanna, Stefano, Maria, Carlo, Roberto ed Elisabeth, Pacina
"Quest’annata è stata una di quelle che ti mettono alla prova, che ti fanno capire chi sei e quanto credi in ciò che fai, è una di quelle annate che chiedono umiltà e sacrificio.
La sua prima parte, quella invernale, è andata liscia come l’olio, freddo mite ma non troppo caldo. Ad aprile la magia si ripete: quell’emozione che ogni anno si rinnova e mi fa sentire vivo e che ogni volta mi fa emozionare. In pochi giorni le gemme si aprono e la vigna assume questo accennato colore verde chiaro, fresco di giovinezza e vitalità che fa nascere spontaneo un sorriso. Questa parte che va fino a i primi di giugno è andata bene, piogge abbondanti e frequenti ci hanno messo subito alla prova, ma ancora si era in quella fase in cui ti dici “ben vengano le piogge”.
A giugno la pioggia insistente ci ha fatto temere un altro 2018. Fino alla fine di luglio è stata quindi una lotta giornaliera dura e costante a salvaguardare in primis le piante e poi il raccolto. Da fine luglio a settembre è poi iniziato il caldo africano, temperature record mai registrate che sono arrivate fin quasi ai 50 gradi. A questo punto pensi che più di così non potevi fare e ora non resta che sperare che tutto vada bene o che se proprio la fortuna non ti assiste almeno le piante si salvino. Ebbene questa volta la fortuna è stata dalla nostra, le vigne hanno retto botta egregiamente, regalandoci uva meravigliosa.
Quest’anno poi è stata una vendemmia speciale, forse la più importante, perché con me a vendemmiare c’era nuovamente Paolo Carta, questa volta non il mio adorato immenso Babbo ma mio figlio, nato quest’anno.
Dal nonno sembra aver preso forza carisma e positività, gli auguro di esser felice e realizzato ma con la speranza che lo sia seguendo questa strada!"
Piero, Piero Carta
Scopri la storia di Piero e della sua Malvasia in stile ossidativo!
"Qui a Borc Dodon, fino a metà luglio, l’uva era bella e sana, sembrava un’annata equilibrata. Poi, a fine mese, nel giro di una settimana sono arrivate due violente grandinate. Neanche nonno Claudio aveva visto una grandine nel genere negli ultimi 60 anni.
Da quel momento in poi, la maturazione è rallentata e le perdite si sono attestate attorno al 60%. La vendemmia si è concentrata da metà a fine settembre, una finestra di tempo asciutta durante la quale non ci sono state precipitazioni. E pensare che di solito finiamo un mese dopo!
In cantina abbiamo scommesso su macerazioni in tino più brevi del solito, tra uno e otto giorni. I vini del 2023 saranno freschi e longevi, infatti abbiamo rinunciato per quest’annata alle etichette più complesse come Uis Neris e Refosco dal Peduncolo rosso.
È stata un’annata anomala, ma alla fine pensavamo peggio! Noi siamo fiduciosi d’indole e continuiamo a considerarci fortunati!"
Denis, Denis Montanar
"Ho sempre creduto alla frase di mio padre, vigneron e oratore, che diceva: “Siamo sotto il cielo"! Forse questo è il mio motto per la vita e non solo per le vigne. Mai come quest'anno ci siamo sentiti "sotto il cielo".
Un inverto mite ha accompagnato i lavori agronomici, la primavera era piena di buoni propositi, ma il cielo a metà maggio ha virato ponendoci in una battaglia snervante alla peronospora che prendeva spazio oltre ogni nostro sforzo, strategia e puntualità di intervento.
A metà giugno, le piogge si sono interrotte e il giorno seguente è arrivato il grande caldo. Ho alzato le mani al cielo. Stop, la natura ci stava indubbiamente dicendo qualcosa. L'acqua aveva dissetato le piante dopo anni nel momento migliore, la primavera. Il patogeno che si stava mangiando silenziosamente i frutti delle viti, era la conseguenza di un sistema agroforestale saltato da un secolo forse, non di questa stagione, i cui effetti si vedono a lungo termine nel nostro oggi. La colpa non era della scorretta gestione o di scelte non abbastanza tempestive. La natura agisce per la sopravvivenza delle sue specie, cosa sarebbe accaduto se non avesse piovuto neanche quest’anno? Una pianta che perde i suoi fiori, futuri frutti, si concentra anche solo sull'unico frutto che le rimane, e ne avrà memoria; nell'anno successivo potrà recuperare... Ma una pianta senza acqua dal cielo?
Il cielo ci ha tolto l'annata 2023, ma ci ha mostrato profondamente altro. Le vigne stavano benissimo, erano floride, lussureggianti, erbe spontanee ovunque. Aver visto il nostro impegno fisico e mentale polverizzarsi tra le dita come i grappoli bruciati dalla peronospora è triste. E quindi come è finita al momento della vendemmia?
Poca quantità tanta qualità. Le fermentazioni spontanee sono state stupende, veloci quanto costanti, e i profumi buonissimi. Le tre masse nate, la bianca e due rosse, sono magnifiche per noi. Delle nostre 6 etichette ne usciranno fondamentalmente due, forse tre, in numeri da edizione limitata, o meglio edizione SottoilCielodelDuemilaVentiTre.
Il cielo che ci ha tolto, ci donerà. Pensiamo a ciò che abbiamo, che è bello e buono! Alti i calici!"
Maria Ernesta e Geminiano, Maria Ernesta Berucci
Leggi la nostra chiacchierata con Maria Ernesta sull'Olo-omeopatia!
"Quest’annata è stata dura ma fortunata. Infatti nonostante una gelata primaverile, che miracolosamente non ha portato danni, e le piogge incessanti di maggio in un periodo delicato per le infezioni fungine, siamo riusciti a scamparla grazie ai terreni pianeggianti e molto drenanti. Infine sono arrivate anche un paio di grandinate che ci hanno sfiorato e un gran caldo, che ci ha messo un po' paura.Ma alla fine è andata bene, non possiamo lamentarci né delle quantità né della qualità.
Di quest’annata la cosa più bella è stata la vendemmia, grazie infatti ad una squadra di giovani entusiasti e affiatati abbiamo non solo lavorato bene ma anche passato del tempo in allegria. Essendo in vino, e la Natura tutta, una magia prevedo vini carichi di vita e felicità. Salute a tutti!"
Stefano Pescarmona, Podere Magia