Privacy Policy Cookies Policy
“The true roots project” di Milan Nestarec, blaufrankisch a piede franco e un pizzico di follia

Editoriale //

“The true roots project” di Milan Nestarec, blaufrankisch a piede franco e un pizzico di follia

Scritto da

Difensori delle cause perse o avanguardisti? Questa è la domanda che ci si pone ascoltando l’ultimo progetto di Milan, che come Stefano Bellotti e altri vignaioli prima di lui, ha deciso di tornare a sperimentare l’impianto di viti a piede franco.

“Quali differenze avrebbero le vigne se non fossero innestate? Cosa cambierebbe nel loro sviluppo e nel vino? È da un po' che me lo sto chiedendo, non tanto riguardo il gusto visto che ho già bevuto diversi vini ottenuti da piante non innestate, quanto per capire cosa significa piantare un vigneto fatto di piante sulle loro radici.” parla così Milan Nestarec introducendo il suo nuovissimo progetto “True Roots Project”. Vi avevamo già raccontato del suo stile controcorrente, delle sperimentazioni estreme ma calcolate al millimetro, l’avevamo definito giovane agricoltore, artigiano della sperimentazione e artista irriverente e, ancora una volta, si è dimostrato tale.

La nuova impresa in cui si è lanciato Milan è semplice quanto folle: piantare una piccola parcella di terreno con viti non innestate per studiare se è possibile avere piante a piede franco nella zona di Velké Bílovice in Moravia (Repubblica Ceca). Milan è cosciente dei rischi che corre, il pericolo della fillossera è sempre in agguato, ma più cercava di informazioni, più si accorgeva della mancanza di risposte in merito e più cresceva la convizione di dover verificare in prima persona. Lo sapevamo già, “lasciar perdere” non fa parte del vocabolario di Milan e per questo ha voluto dare ascolto a quel pensiero che ormai nella sua testa era diventato ricorrente. Così quando abbiamo chiesto a Milan di dirci di più per prima cosa ci ha risposto di essere felice di sapere che fossimo pazzi almeno quanto lui. Poi, come un fiume in piena, ci ha raccontato di come continuasse a interrogarsi su come si sarebbe potuta sviluppare la Vitis vinifera senza influenze esterne, di come volesse osservarne gli sviluppi, i comportamenti, le rese e le maturazioni.

I vantaggi del piede americano si conoscono, il vigore, le rese e ovviamente la resistenza alla fillossera, però si può facilmente immaginare che l’innesto influisca sulla struttura di essa, anche se non si sa in quale misura o modo. Milan ha una sua idea “Pensate al punto di saldatura: la connessione tra la marza e il portainnesto non è mai perfetta, la connessione non sarà mai completa. È un po' come restringere un’autostrada ad una sola corsia. Alla fine ne uscirai, ma sarà stressante e, cosa più importante, il traffico sarebbe rallentato” spiega, aggiungendo come probabilmente avendo un percorso non interrotto tra le due parti si potrebbe ottenere una crescita più veloce e una maturità più celere. Così quando Milan si è messo in contatto con Frank Cornelissen, ha scoperto che Frank, lavorando sia con piante innestate che non, ha notato che alla stessa maturità fenolica le uve delle viti a piede franco restituivano un ph più basso. Secondo Milan, con il clima che cambia, questo potrebbe tradursi in un vantaggio non indifferente: la possibilità di continuare a produrre vini più eleganti grazie a fermentazioni più stabili. Da lì incomincia a ricercare un terreno che possa accogliere il suo progetto. In una zona notoriamente argillosa e ricca di sedimenti di loess, il requisito essenziale della ricerca è un terreno più sabbioso possibile per alzare le probabilità di successo. La presenza di alcune piante non innestate nelle sue vigne, usate come rimpiazzi quando i soldi all’inizio dell’attività non erano abbastanza, fanno ben sperare, specialmente perché stanno per compiere quasi vent’anni. Altra scelta fondamentale è la selezione del vitigno e la decisione vede privilegiato il blaufrankisch, sia per la sua ottima capacità di adattamento alla zona, sia per il suo modo di esprimersi e il suo potenziale di invecchiamento. Nell’incertezza del progetto Milan sa benissimo cosa vuole e quindi si mette alla ricerca di alcuni vecchi cloni originali di blaufrankisch. Non sono molti i vigneti piantati prima del 1960 in zona, lì la cooperativa locale era molto attiva e reimpiantava spesso i vigneti. Ma all’interno di un giardino di un privato con l’hobby della viticoltura trova alcune viti antiche. Milan ci spiega che essendo piante non selezionate si aspetta che avranno grappoli sciolti e sparsi e poca resa. Dopo un primo periodo di assestamento delle talee in vivavio, nella primavera 2023 in un piccolo appezzamento di 0,3 ettari verrano messe a dimora tremila barbatelle, alcune innestate e altre no, in modo da poter monitorare la differenza tra i vari esemplari nel tempo. Così la folle idea di Milan metterà finalmente radici.

Confrontandosi con altre persone che stanno sperimentando progetti simili ha saputo che le piante non innestate tendono a concentrare la crescita sulla parte sotterranea nei primi anni di vita, sviluppando la parte fogliare dopo, ritardando quindi la raccolta. Gli abbiamo chiesto quindi cosa spera di ottenere da questo progetto. La risposta è diretta e entusiasta “Conoscenza! E se tutto va bene spero anche una botte di vino” risponde ridendo, e aggiunge che pur sapendo che l’età delle vigne e la scelta dei giusti cloni sono tra i fattori più importanti, non può fare a meno di chiedersi cosa cambierebbe introducendo una nuova variante all’equazione. “Capisco che la fortuna di poter decidere di sperimentare in questo modo è un lusso che alcune decine di anni fa noi produttori non potevamo concedersi, ma chissà se la buona riuscita del progetto potrebbe aprire le porte a una nuova dimensione del vino. Magari avremo dibattiti simili a quelli avuti sugli effetti della biodinamica sul gusto. O magari influenzerà solo i produttori, senza che abbia effetto sulla percezione dai consumatori. Magari invece non funzionerà e avrò perso solo del tempo. Però almeno ci avrò provato”.

Si dice che la fortuna aiuti gli audaci e sicuramente Milan fa parte di quei produttori a cui il coraggio non manca. Adesso non resta che di stare a vedere e di sperare che la fortuna stia dalla parte di Milan e che il futuro non ci riservi solo qualche risposta in più sul tema, ma anche un calice di quella botte.

Scopri i produttori Triple “A”

Scopri i Vini Triple “A”

Spedizione gratuita a partire da 39€