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Quando la Champagne bussa alla porta delle Triple “A”

Editoriale //

Quando la Champagne bussa alla porta delle Triple “A”

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A quasi vent’anni dalla nascita, si uniscono alle Triple “A” due famiglie di vignaioli della Champagne. Entrambe récoltant-manipulant, le loro cuvée sono tra i primi Champagne in piena sintonia con metodi e filosofia degli Agricoltori, Artigiani, Artisti!

I tempi erano finalmente maturi. Dopo quasi vent’anni dalla nascita, le Triple “A” accolgono degli Champagne in catalogo. E lo fanno in grande stile, presentando non uno, ma ben due produttori. Si tratta di due famiglie di récoltant-manipulant, proprietarie delle loro vigne, che per prime nell’intero panorama della denominazione più prestigiosa e regolata del mondo offrono interpretazioni dei loro vini che sposano lo spirito e le azioni degli Agricoltori, Artigiani, Artisti. Champagne della massima purezza e autenticità: all’uva (da agricoltura biologica e biodinamica) infatti è aggiunto solo il minimo indispensabile (zuccheri) e solo di alta qualità (certificata) imposto dallo stretto protocollo di Denominazione.

Oggi vi presentiamo il primo di questi produttori, il Domaine Augustin, condotto dai coniugi Marc e Emmanuelle, che portano avanti i 9 ettari aziendali divisi tra la Montagne de Reims e la Côte des Blancs. Lo Champagne Augustin è il culmine del lavoro di due famiglie di viticoltori che abbracciano 9 generazioni in totale. Marc è infatti figlio d’arte, sia da parte di madre (5 generazioni) sia da parte di padre (4 generazioni).

All’inizio del XX secolo, Andrée La Fèvre, bisnonna di Marc iniziò a produrre Champagne con le sue uve quando ancora quasi la totalità della produzione di vino era appannaggio delle principali case di Champagne. Fu un’azione rivoluzionaria per quei tempi in cui i viticoltori sopravvivevano delle patate piantate tra i filari e degli allevamenti di animali da cortile; del resto bisognerà aspettare gli anni ’60 per la completa affermazione del concetto di récoltant-manipulant (coltivatore e produttore).

Champagne Augutin

Quando tra gli anni ’70 e gli anni ’80 gli input chimici vennero presentati come la via del futuro per l’agricoltura, ci pensò Jean, il padre di Marc a rifiutare completamente l’uso di diserbanti, concimi chimici e pesticidi sulle sue parcelle.

È stato grazie alla consapevolezza del valore inestimabile della loro eredità e al desiderio di continuo miglioramento che Marc ed Emmanuelle hanno cominciato nel 2012 (anno di grande sofferenza per le loro viti) a muovere i primi passi nel mondo della biodinamica. In breve tempo, il rispetto del mondo vivente e del suolo attraverso la biodinamica è diventato, prima ancora che un metodo di lavoro, una vera e propria filosofia di vita.

Fin dal principio del loro lavoro, l’obiettivo degli Augustin è stato di praticare una “viticoltura verde”, che lasciasse la minima impronta possibile sull’ambiente. L’agricoltura biodinamica, come restauratrice dell’equilibrio, della resilienza e della vitalità delle piante e del suolo, non poteva che essere la naturale conseguenza dell’approccio di Marc ed Emmanuelle, menti indagatrici e in costante movimento.

In campo questo si traduce con la pratica della permacoltura, con la semina di lino e leguminose nelle parcelle a salvaguardia della biodiversità e della salute del suolo, e ancora con una potatura invernale “non traumatica” e preferendo un’intrecciatura dei tralci alla cimatura nell’apice del loro percorso vegetativo. Il rispetto della qualità dell’aria, dell’acqua e la particolare attenzione nella protezione dei microorganismi del suolo assicura aglChampagne Augustin il pieno rispetto e riflesso del terroir.

Come il calendario lunare divide i giorni 4 gruppi relativi alle diverse parti di una pianta (radici, foglie, fiori e frutti) a seconda della posizione della luna in relazione alle costellazioni dei 4 elementi fondamentali del cosmo, allo stesso modo fuoco, aria, terra e acqua sono i concetti principali da cui prende vita ogni cuvée degli Augustin. Emmanuelle è la creatrice degli ethos e delle immagini della gamma Augustin. L’identità, il nome i colori e i materiali di ogni bottiglia sono scelti per lavorare in sintonia con la filosofia del Domaine.

Questa ovviamente non si ferma al vigneto, ma prosegue in cantina, dove la priorità di Marc è quella di mantenere le caratteristiche naturali delle uve e delle varie parcelle. All’inox vengono preferiti tini smaltati (“meno duri”), ma anche botti di legno e anfore di terracotta che contribuiscono alla creazione di vini base già espressivi, grazie anche alla lunga sosta sulle fecce fini. L’uso della solforosa, ove non completamente assente, è limitatissimo e sono bandite chiarifiche e filtrazioni. Proprio a partire da quelle fecce fini dinamizzate e unite a zucchero certificato, si formerà lo starter per la seconda fermentazione in bottiglia.

Marc ed Emmanuelle, dopo questo lungo percorso di conversione agricola e spirituale, hanno coniato il concetto di coeurviticoltura – vinificare con un cuore – che riassume alla perfezione la filosofia della Maison e della famiglia, costruita su valori coerenti e fedeli a sé stessi. I loro Champagne sono il frutto di un forte credo “Il mondo come singola entità e l’azione come generatrice di una reazione.” Per questo Marc ed Emmanuel scelgono nel loro lavoro “azioni positive” che promuovano l’armonia: I nostri vigneti sono come delle tele. La bellezza emerge dal meglio di ogni elemento e dalla loro alchimia. Così vengono create le nostre cuvée.

Prima di scoprire il secondo produttore di Champagne delle Triple "A", vi diamo un indizio: dobbiamo spostarci da la Montagne de Reims alla Vallée de la Marne. Già capito di chi si parla? Presto su TripleA.it!

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