“La 2021 nella mia zona non è stata un’annata semplice tra grandine, gelate e siccità. Per fortuna nei miei vigneti ho dovuto fronteggiare solo il gelo primaverili e le temperature molto alte, che già da sole mi faranno raccogliere un 20-30% in meno rispetto allo scorso anno. Se il caldo da un lato ci ha permesso di non trattare più già dalla fine di giugno, allo stesso tempo ha fatto sì che le uve abbiano una disuniformità di maturazione non indifferente. Sarò una vendemmia difficile quest’anno, saremo costretti a fare più passaggi. Le uve che si sono difese meglio sono le varietà mediterranee come il vermentino, il ciliegiolo e l’alicante. Abbiamo cominciato i primissimi giorni di settembre con i rossi, mentre questa settimana attacchiamo con i bianchi”.
“Quest’anno sarà una vendemmia davvero complicata. Non dal punto di vista fitosanitario, ma per le uve che stentano a raggiungere la maturazione: la siccità ha mandato molto piante in stress e i grappoli, che a livello di zuccheri e acidi potrebbero sembrare maturi, mancano di acqua. Il rischio è che i vini possano risultare troppo opulenti e non avere grandi performance nel tempo. Per questo la 2021 è un’annata dove entrerà in gioco l’esperienza e la memoria storica dei vignaioli. Noi siamo in fase di campionamento continuo, ma la disuniformità di maturazione quest’anno è davvero spaventosa. Servirebbe acqua, ma il meteo ora come ora non promette piogge e quindi prima di metà settembre di raccogliere proprio non se ne parla”.
“Qui da noi la 2021 è stata una bella annata, l’uva è tanta e tutta sana. Siamo una decina di giorni indietro rispetto alla nostra media perché ha piovuto parecchio: siamo in controtendenza rispetto a tutto il resto d’Italia. Abbiamo già cominciato a raccogliere qualcosa, ma la gran parte si farà a partire dalla metà di settembre in poi”.
“Per il momento le uve sono in una condizione di squilibrio. Qui in Friuli è stata un’annata calda e secca e ha piovuto poco. Per il pinot grigio, che è il primo che raccogliamo, questo ha comportato una buona maturità tecnologica che però non va di pari passo con quella fenolica. Il livello di zuccheri e quindi di alcol potenziale è buono, ma la buccia è ancora croccante e la polpa ancora attaccata al vinacciolo. Per quanto riguarda il tocai è le uve del monico è ancora presto per parlare, ma sicuramente la quantità sarà poca perché la pioggia di maggio ha interferito con la fioritura dando luogo ad acinellatura e quindi a grappoli molto spargoli. Questo, seda un lato comporta bassa quantità, dall’altro permette una grande ventilazione e quindi una qualità eccelsa. Ad ogni modo è ancora presto per parlare, bastano 3 o 4 giorni e può cambiare tutto”.
“La 2021 è cominciata con un bellissimo inverno, molto freddo e molto nevoso, questo ha fatto sì che la stagione è cominciata molto in ritardo: cose che non si vedevano dagli anni ’80. A maggio è tornato il freddo e la fase vegetativa si è bloccata nuovamente, poi a giugno è venuto il grande caldo a cui è seguito un inizio luglio super piovoso. Diciamo che da metà luglio in poi tutto è tornato nella norma. Se la quantità è nella media, la qualità quest’anno è davvero ottima. Abbiamo cominciato la vendemmia i primi di settembre con il pinot grigio per poi fermarci una in attesa dei bianchi che dovremmo raccogliere verso metà mese. E poi avanti col teroldego fino a ottobre inoltrato”.
“Al momento l’uva è bella, sana e croccante, ma ancora un po’ indietro. La 2021 abbiamo avuto un clima molto variabile, non ha piovuto tanto, né è seguito un caldo torrido. Le piante non hanno sofferto, ma siamo in ritardo. Potremmo cominciare la vendemmia i primi di settembre, ma per dare un giudizio vero e proprio c’è da aspettare almeno un mese”.
“La 2021 è stata un’annata molto calda, ma nonostante questo, grazie a una primavera fresca e piovosa, le nostre piante, che hanno tutte una certa età e quindi una buona profondità radicale, non hanno sofferto più di tanto. Le uve generalmente sono belle e sane e la pioggia di fine agosto le ha rese ancora più succose. In stagioni come queste è importante lasciare le vigne rigogliose senza rintranciarle, in questo modo ci si difende naturalmente da eventuali scottature. La vendemmia a Bacchereto comincerà da metà settembre in poi, ma è ancora presto per dirlo: sono gli ultimi giorni e le previsioni a decretare le date esatte”.
“La 2021 è a macchia di leopardo: la situazione non è semplice perché la maturazione non è omogenea e ci costringerà a fare più passaggi. In termini di quantità raccoglieremo meno rispetto alla media, ma questo significa anche uva più concentrata e ricca. Alcune vigne esposte a nord stanno dando ottimi risultati, ma col cambiamento climatico ormai sta diventando la norma. Penso di cominciare la vendemmia attorno a metà settembre con il merlot e di essere fuori per il 10 ottobre: almeno tre settimane ci vogliono tutte”.
“Noi abbiamo cominciato la vendemmia tra la fine di agosto e i primi di settembre raccogliendo il verdicchio per il metodo ancestrale. Poi sarà il turno dei pied de cuve per i vini fermi e la gran parte della vendemmia sarà concentrata tra il 10 e il 15 settembre. La 2021 è stata un’annata calda segnata da una grande siccità estiva. Se gestire oidio e peronospora è stato molto semplice, la mancanza di acqua ha restituito grappoli poco pesanti e acini molto concentrati che probabilmente daranno vita a vini che non spiccheranno per acidità e freschezza. Ad ogni modo ogni vendemmia mi rende felice e anche quest’anno sono fiduciosa”.
“È stata un’annata siccitosa, d’estate abbiamo avuto tre ondate di scirocco con temperature che hanno toccato anche i 48 gradi. Questo ha fatto sì che i grappoli sono rimasti piccoli e non hanno raggiunto acidità grandissime. Prevedo una riduzione dei volumi del 15% circa, ma devo dire che le uve in ogni caso sono di ottime qualità, grazie anche a una buona e continua ventilazione. Ho finito la raccolta dei bianchi il 3 settembre (quando di solito cominciavo la raccolta), mentre per i rossi prevedo di cominciare attorno al 10, quando di solito prima del 20 non vendemmio”.
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