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Le Icone del Vino Naturale | Lato B

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Le Icone del Vino Naturale | Lato B

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Alla scoperta dei vignaioli esteri più influenti dei loro territori e dei produttori che hanno diffuso il verbo del vino naturale.

Sollevate la puntina del giradischi, dopo aver ascoltato il Lato A che ci ha raccontato dei produttori italiani simbolo del vino naturale, portatori di rivoluzione pratica e ideologica che diffondono ancora oggi giorno dopo giorno metodi e intenti del naturale, è tempo di passare all’ascolto del Lato B, per scoprire i vignaioli esteri che sono diventati vere e proprie icone del vino naturale.

Era il 2001 quando Luca Gargano scrisse il Manifesto delle Triple “A”. Si dice che nella stessa notte a più di mille chilometri di distanza Nicolas Joly redigeva quello di Renaissance des Appellations. Era il 2001 e il vino naturale era considerato pura follia; ci davano dei pazzi, a noi in primis, ai nostri produttori subito dopo. Sono passati quasi vent’anni e come nei migliori romanzi la follia ha vinto sulla ragione. E quei vignaioli che, prima di tutti, ci hanno creduto senza mai rassegnarsi son finiti per scrivere la storia del vino, diventando delle vere e proprie icone dei loro territori, facendosi portavoce del vino naturale e portando su questa strada tanti giovani produttori e tante altre nuove realtà.

Tra loro senza dubbio ci sono quei vignaioli che possono essere considerati in tutto e per tutto “padri del vino naturale”. Alcuni di loro se ne sono andati, troppo presto, lasciandosi dietro un’eredità pesante, che i figli, i compagni e i discepoli son stati capaci di portare avanti con orgoglio, passione e determinazione. Questi sono i vignaioli fuori classifica, anzi a cui questa classifica è dedicata, a cui neanche un primo posto darebbe giustizia. Parliamo di nomi del calibro di Marcel Lapierre dal Beaujolais, uno dei fondatori del movimento naturale francese, di Luigi Brezza dal Monferrato, primo produttore biodinamico dal ‘64, di Stefano Bellotti dal Gavi, portavoce e diffusore della biodinamica in tutta Italia, di Serge Hochar dalla Valle della Beeka, il più grande produttore del Libano, di Stanko Radikon dal Collio, produttore rivoluzionario per il mondo degli orange wine, e ancora di Jacques Grange dal Valais e di Ernesto Cattel di Costadilà.

Come siamo certi avrebbero voluto loro per primi, preferiamo celebrare la vita e parlare di quei tanti altri produttori che seguono i loro passi, che operano ancora sul territorio, e ancora una volta metterli in classifica è pressoché impossibile, per questo abbiamo scelto di andare di pari passo con l’ordine alfabetico delle loro zone.