Sono Maddalena Pasqua di Bisceglie, è stato mio Nonno Bepi, il trentino, ad avvicinarmi al vino. Quando ero bambina mi versava un goccio di vino nel bicchiere dell'acqua per farmelo assaggiare, di nascosto dai miei genitori e a me non so se piaceva più il vino o questa complicità proibita… però, sia quel che sia, senza dubbio ha fatto sì che nascesse la mia simpatia per il vino.
Ho iniziato a fare la vignaiola a 23 anni con mio padre Emilio che, mentre studiavo Storia all’Università, ha deciso di cambiare vita ed ha organizzato il progetto Musella, inaspettata oasi naturale alle porte di Verona, di cui mi sono innamorata a prima vista e alla quale ho dedicato con grande amore gran parte della mia vita! Musella infatti è un progetto di vita, ci vivo e la vivo con tutta la mia famiglia da 26 anni e l’agricoltura biodinamica che applichiamo con grande intensità non fa che accrescere questa passione.
Negli anni il mio rapporto col vino è cambiato molto poco perché non abbiamo mai voluto “fare” il vino ma piuttosto interpretare questa oasi naturale attraverso il vino. Ci consideriamo quindi custodi e assistenti al processo naturale di trasformazione del frutto della vigna in vino, il meraviglioso liquido odoroso (cit. S. Sangiorgi) che tanto ci appassiona e fa pensare di essere arrivati a meritare di far parte di questo grande essere vivente che è Musella, con i suoi boschi, i suoi animali, selvatici e quelli in nostra gestione, senza forzature, senza l'ego del vignaiolo che si impone sul vino.
L’unico ingrediente che mettiamo in bottiglia è infatti uva con un pizzico di zolfo di miniera, per garantire a tutti il godimento originale, intervenendo quindi il meno possibile, lasciando più spazio possibile all’espressione naturale dell’uva di Musella, la nostra meravigliosa casa.
Quello che ho più in comune col vino di Musella? La sua selvaggia sincerità.