Varietà autoctona che si è fatta portavoce nel mondo della vitivinicoltura greca, l’assyrtiko è un vitigno a bacca bianca dal carattere profondamente mediterraneo la cui origine è da ricercarsi nelle isole del Mar Egeo, tra l’isola di Santorini e le Cicladi.
“Se ne trova già traccia in antichi documenti che sono stati riportati alla luce” ci racconta Dimitris Kefalas di Ariousios “dove il vitigno viene menzionato con lo stesso nome di oggi. Qualità e fama di questi vini li fecero arrivare fino alle Repubbliche di Venezia e Ragusa e alle corti russe di Pietro il Grande e Caterina II”. Fu anche per questo motivo che l’assyrtiko conobbe una rapida diffusione in tutto il paese, cominciando dalle isole dell’Egeo, per arrivare fino a Creta e alla Grecia continentale, trovando nel Peloponneso e nella Macedonia greca due zone di elezione. “In questo modo si è cominciato a testare la sua coltivazione in un sacco di microclimi differenti fino a formare l’attuale complesso mosaico di vini greci ottenuti da uve assyrtiko”.
Difatti la continua sperimentazione ad opera dei vignaioli greci su questa varietà ha restituito risultati eccellenti a tal punto da fare dell’assyrtiko il vero e proprio ambasciatore dei vitigni e dei vini greci nel mondo, nonché la chiave d’accesso alle migliori carte dei vini dei ristoranti d’Europa. “Se i vitigni e vini greci fossero un treno, l’assyrtiko sarebbe la locomotiva” scherza Dimitris. Dal punto di vista fisiologico le piante dell’assyrtiko si dimostrano resistenti al vento e al sole, si adattano con facilità a suoli vulcanici e sabbiosi e presentano una buona capacità di difesa contro malattie e siccità. “L’Assyrtiko è un’uva mediterranea, un’uva di sole e di mare che dà il meglio di sé nei climi caldi e secchi” continua Dimitris “e, nonostante la pianta cresca ad alte temperature, è in grado di non perdere punti sull’acidità, la caratteristica comune a tutte le diverse espressioni di assyrtiko. Questo, oltre a garantire una buona freschezza di base e a offrire un ottimo potenziale evolutivo, permette sia la ricerca della massima maturità del frutto sia l’appassimento delle uve al sole per la produzione di vini dolci”.
“Noi amiamo l’assyrtiko per la sua capacità di dare vibrazione al sorso, per la freschezza che lascia in bocca, perché ci ricorda le nostre isole e il mare della Grecia. I diversi microclimi in cui cresce e i diversi metodi di vinificazioni restituiscono solo un piccolo spaccato della versatilità che questo vitigno è in grado di portare in tavola” chiosa Dimitris “Se avesse sembianze umane l’assyrtiko sarebbe il dio greco Apollo, dio della luce, della salute e della vitalità, combattente e dinamico, ma allo stesso tempo sensibile e amorevole”.
All’interno del listino Triple “A” trovano spazio due assyrtiko in purezza. L’Assyrtiko di Ariousios, proveniente dall’isola di Chios, dove la maturità del frutto combinata al prolungato contatto con le bucce restituiscono un vino di grande intensità e calore dal forte influsso marino, e lo Shadow Play di Kamara Wines, originario invece dell’area di Salonicco, dove è più la freschezza piuttosto che il sale a bilanciare struttura e ricchezza proprie del vitigno.
Allo stesso tempo l’assyrtiko dimostra anche una buona attitudine all’assemblaggio e ne sono dimostrazione gli altri due vini di Kamara Wines dove il vitigno, invece che assumere il ruolo da solista, si combina con altre varietà. Da un lato il Nimbus Albus, in cui la malagouzia (vitigno appartenente alla famiglia delle malvasie) concorre a un naso più esuberante e profumato e dall’altro il Retsina, dove l’assyrtiko incontra il roditis, ma soprattutto la resina di pino di Aleppo regalando tratti balsamici a dir poco sorprendenti.
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