Vini del Mediterraneo

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Vini del Mediterraneo

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Dall’Andalusia alla Catalogna, dalla Linguadoca alla Costa Azzurra, dall’Italia tirrenica e adriatica alle coste baltiche, fino alle isole greche: vini d’identità o di contaminazione?

Se la Georgia è la culla del vino, dove la viticoltura ha mosso i primi passi, il Mediterraneo è il luogo in cui ha trascorso la sua gioventù fino a diventare adulta. Del resto ripercorrendo la sua storia, dopo esser passata dal Caucaso e dalla Mesopotamia, la vite affonda le sue radici nell’Antica Grecia, per poi germogliare lungo le coste italiane, francesi e spagnole.

Così in queste aree la viticoltura ha sempre assunto sempre una rilevanza vitale, come testimonia la dieta (mediterranea per l’appunto) sviluppatasi nei secoli su tre elementi fondamentali: il grano, l’ulivo e la vite, ossia il pane, l’olio e il vino.

Oggi i vini del Mediterraneo rappresentano uno dei fulcri della viticoltura mondiale, grazie anche a un trascorso storico che ha fatto di quest’area, oltre che uno snodo commerciale di grande importanza, un vero e proprio campo di contaminazione artistica e culturale, che ha coinvolto tra le tante cose anche la viticoltura.

Oltre alla condivisione di un’area geografica, sebbene molto estesa e con territori e climi ben diversi tra loro, ed alcune sensazioni gustative comuni, individuabili a grandi linea con calore, morbidezza, sapidità ed eleganza, il vero punto di contatto di tutti i vini del Mediterraneo si trova nell’immaginario che l’assaggio sviluppa nella nostra mente.

L’elemento comune si nasconde proprio nell'insieme dei paesaggi, delle immagini e delle sensazioni che scaturiscono quando parliamo di ambiente mediterraneo. Il mare e la roccia, la natura selvaggia e la macchia, il sole e il vento, le erbe aromatiche e gli agrumi. Aspetti che, oltre a confermare la corrispondenza geografica e ad avere una vera e propria connotazione gustativa, riescono a caratterizzare e racchiudere tutti i volti del Mediterraneo.

Perché il Mediterraneo non è uno solo ma tanti. Questa identità comune si individua proprio nella comprensione che ogni vino è espressione di un certo spaccato di “un Mediterraneo”, fatto di uno tra tanti mari, tanti climi, tante vegetazioni, tante culture e tradizioni, tanti popoli. Differenti tra loro, ma imprescindibilmente in simbiosi l’uno con l’altro: diversi spaccati di un solo mondo.

La mediterraneità nel vino sta nella relazione tra un chiotico krasero di Chios, progenitore dell’aglianico, e un Taurasi di Luigi Tecce, nel rapporto tra un cannonau sardo, come il Tuderi di Dettori e una Garnata andalusa di Barranco Oscuro, nel legame tra un Cinque Terre di Possa e uno Zibibbo Serragghia di Gabrio Bini: vini diametralmente opposti, ma intimamente legati.

I vini mediterranei sono vini dal doppio volto, fotografie della bellezza che si nasconde nella diversità, portavoce di una matrice comune, di un’identità più ampia, di un’anima mediterranea.

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