Neo vignaioli fuori dagli schemi, Giuseppe Amato e Kyriaki Kalimeri fanno il loro debutto nelle Triple"A" alla guida di Valdisole, il nuovo volto naturale del Roero.
Ho incontrato Giuseppe Amato e Kyriaki Kalimeri per la prima volta l’anno scorso a Fornovo, dietro a un banchetto letteralmente assaltato per due giorni consecutivi. Per arrivare in prima fila c’era da sgomitare, mi è successo tante volte in fiera di mettermi in coda, aspettare un po’, pensare “ripasserò” e poi puntualmente dimenticarmene. Ma quella volta avrei aspettato, tutti continuavano a parlarmi di Valdisole, di un’espressione del Roero fuori dalle righe e, essendo cresciuto a suon di arneis, non potevo di certo perdermelo.
Giuseppe mi ha conquistato alla prima frase: "nel 2015, dopo un pò di anni nel mondo dei sommelier, mi sono reso conto che volevo provare a fare vino. Ho trovato una vecchia vigna abbandonata di Nebbiolo su subito.it e l'ho comprata". Il destino ha voluto che quella vigna fosse esattamente nel Roero, zona a cui Giuseppe era legato già per altri motivi.
Giuseppe e Kyriaki si conoscono nel 2017 all'associazione italiana sommelier e il progetto Valdisole diventa un sogno da realizzare per tutti e due con tanta voglia di mettersi in gioco. Valdisole cresce molto in fretta ed entra nel mondo del vino a gamba tesa, in un territorio estremamente legato a una certa idea di vino e a una lunga tradizione. Lo si capisce già dalle bottiglie, doppio formato 50 e 75 cl, di certo più simili a delle alsaziane che a delle albeisa.
In due giorni, a quel banchetto, anche a costo di aspettare ci sono tornato altre tre volte e sempre con amici diversi. Perché in tutta Fornovo sono stati i vini che mi hanno dato più gioia e la gioia, la stessa che Giuseppe e Kyriaki hanno condiviso con me, è diventata subito contagiosa.