Tenuta Fornace e il nuovo Oltrepò

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Tenuta Fornace e il nuovo Oltrepò

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Le Triple “A” tornano ad affacciarsi sulle colline dell’Oltrepò Pavese dai vigneti di Tenuta Fornace, la cantina di Andrea Rossi che sta scrivendo nuove pagine della storia di questo territorio.

Tredici colline disposte a mo’ di pettine lambiscono la sponda meridionale del Po, o meglio, quella che guardata da Pavia sta “Oltre il Po”, costituendo morfologia e nome di una delle zone vitivinicole più vocate d’Italia, il cui prestigio troppo spesso è stato messo a repentaglio produzioni industriali e stringenti logiche di mercato.

E nelle profondità delle argille che disegnano il profilo dell’ultima collina verso l’Emilia Romagna affonda le sue radici la storia della famiglia Rossi, che abita e coltiva queste terre dal 1820, e di Tenuta Fornace, la cantina di Andrea, rappresentate della sesta generazione di viticoltori.

Ci troviamo in frazione Pieve, a Rovescala, quello che se fossimo in Francia chiameremmoGrand cru della croatina”, un vitigno dal carattere rustico e scorbutico, capace di farsi succo in gioventù e strutturato e serioso col passare degli anni. È proprio qui che Andrea ha gettato le basi del suo progetto visionario che in oltre trent’anni ha trasformato due ettari e mezzo, che il padre era intenzionato a vendere, in una realtà aziendale che oggi ne conta più di ottanta suddivisi tra Rovescala, Canneto Pavese, Casteggio, Mornico-Losana e perfino i Colli Tortonesi, aldilà dei confini regionali.

Andrea, come vignaiolo, è la perfetta incarnazione delle due doti necessarie per essere dei grandi vignaioli: professionalità e passione. Da un lato una formazione da biologo, la propensione a un approccio scientifico e il continuo interrogarsi sul perché delle cose, dall’altro il rapporto profondo e viscerale che intesse con questo territorio, la consapevolezza di essere accompagnatore e non artefice della trasmutazione dell’uva in vino.

E Tenuta Fornace in questo contesto si fa portavoce di un Oltrepò diverso da quello conosciamo: né quello storico e tradizionale del Barbacarlo di Lino e Giuseppe Maga, né quello della quantità (a scapito della qualità) delle grandi cooperativo cantine sociali. Andrea Rossi racconta un territorio in evoluzione, traccia nuove vie e apre la strada a nuove interpretazioni. Lo fa in vigna, conservando la fertilità del suolo, ricreando biodiversità e ripopolando flora e fauna attraverso il progetto Vigneti e Natura in collaborazione l’Università di Milano. Lo fa in cantina, esplorando il metodo ancestrale in una delle terre simbolo del Metodo Classico, cercando nelle lunghe macerazioni delle uve la concentrazione della materia, sperimentando gli appassimenti come veicolo di longevità. Lo fa come nuovo Agricoltore, Artigiano e Artista.

Così la gamma di Tenuta Fornace si sviluppa a partire da due bollicine ancestrali a bassa pressione e basso grado alcolico, il Bullicine, che gioca tra un'acidità affilata e una leggera vena aromatica, e il Festajole, succoso e gastronomico. Sul versante dei “bianchi” si comincia dall’assemblaggio dei due riesling del Sette Nani, per procedere di pari passo con la macerazione con i vini che si tingono di arancione, come per il Tutto Sole, o di rosato, come per il Fumetto. Chiudono i rossi più freschi ed estivi, dove l’appassimento ancora non gioca alcun ruolo, rispettivamente da uve croatina con il Regina di Cuori e pinot nero con il Peparino, ma state pronti perché appena arriva il freddo...

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