Dai Forks and Knives alla linea Klasika fino alle etichette più variopinte del panorama naturale: del fatto che Milan Nestarec non si sarebbe fermato qui ne avevamo più di qualche ragionevole certezza. Eppure l’estro creativo del giovane vignaiolo ceco stavolta non si limita alla carta adesiva, ma coinvolge anche la bottiglia. E così il vetro si gonfia fino ad assumere un formato litro insolito, con un tappo a vite a mo’ di birra e un’etichetta semplice che riporta i nomi dei quattro vini. Bel, Okr, Ruz, Nach, vale a dire, Bianco, Arancione, Rosa e Viola. Facile, no?
Si comincia dal bianco, il Bel, frutto del tipico assemblaggio del luogo di muller thugau, gruner veltliner e welchriesling, dove a un naso tutto sulla delicatezza, segue un sorso a marchio Nestarec: tensione, acidità agrumata, leggera vena aromatica e grande beva. Un vino gourmand, solare e accattivante che secondo Milan, grazie a un lungo affinamento rende maggiormente giustizia alla naturale espressione del territorio.
Entrano in gioco le bucce e si vira sull’arancione con l’Okr. Un vino più energico e di grinta che gioca sull’agilità e sul contrasto tra aromaticità e macerazione. Milan, forte di anni e anni di sperimentazione su più di dieci varietà, ci ha preso la mano e ormai lavora con le bucce con grande finezza, senza mai esagerare. E così il sorso ha una rinnovata tattilità e pienezza, senza la ricerca dell’arancione ad ogni costo.
Prima di passare oltre, spogliatevi di qualsiasi pregiudizio abbiate in merito ai rosati. Il Ruz sfila nel calice rosa fluo, quasi elettrico e pare una spremuta di piccoli frutti e petali rossi e viola, una super lama dalla beva carnosa. In realtà gli amanti di Nestarec ritroveranno nel calice una materia prima di vecchia conoscenza: l’eccellenza dello zweigelt, del saint laurent e del cabernet sauvignon del Forks and Knives Rosé infiltrata sotto mentite spoglie in un rosato quotidiano!
Chiude le file il Nach, un piccolo fuoriclasse ottenuto da blaufraNkisch, portugieser e pinot nero che si muove tra profumi vegetali e speziati, con un tannino da raspo verde e grintoso. Un rosso leggero “involontario”, visto il graduale allontanamento dalla macerazione carbonica di Milan, che dopo aver sperimentato e aver messo alla prova sé stesso per tanto tempo, sta pian piano affinando la sua mano per lasciare più spazio all’espressione di Bilovice.
Per Milan, nonostante siano gli ultimi arrivati di casa Nestarec (e conoscendolo, sarà così ancora per poco), i nuovi quattro litri sono un invito alla Moravia e alla sua Bilovice, il metodo più semplice e divertente per addentrarsi nella regione simbolo del vino ceco, un territorio a cui Milan, senza rinunciare al suo stile sbarazzino, concede sempre più voce in bottiglia. E così ancora una volta vini semplici, ma di grande densità e sostanza, che mostrano allo stesso tempo il grande percorso di crescita e di nuova consapevolezza di questo vignaiolo. Quattro field blend da vigne giovani a basso grado alcolico, acidità affilata e dotati di carattere, personalità e potenziale di beva altamente pericoloso! Come scrive in etichetta Milan “Per quei momenti in cui una magnum fa un po’ troppo decadente, ma una normale 75 non è abbastanza”.
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