Gaia, Nostos e il lato sempre più aromatico di Valdisole

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Gaia, Nostos e il lato sempre più aromatico di Valdisole

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L’instancabile lavoro di ricerca e sperimentazione di Giuseppe Amato e Kyriaki Kalimeri porta due nuove etichette tra le file dei vini aromatici di Valdisole.

Ci sono cantine dove la tradizione vitivinicola del luogo detta legge e il modo di fare vino si tramanda sempre uguale di generazione in generazione e altre che invece sono veri e propri laboratori di sperimentazione, degli wine hub sempre pronti a dare vita a nuove etichette interpretando ogni varietà a seconda delle propensioni e dell’annata. Pensando alla seconda categoria, a rappresentanza del gruppo, non si possono che chiamare in causa Giuseppe Amato e Kyriaki Kalimeri, vignaioli di Valdisole e artefici di un incredibile lavoro di recupero e ripristino di varietà in via d’estinzione.

Non deve stupire che Giuseppe e Kyriaki non siano figli d’arte, che facciano vini da pochi anni e che siano ancora “vignaioli part-time”: spesso sono proprio la massima libertà di esprimersi e un pizzico di inconsapevolezza a restituire i risultati più straordinari. Ed è in queste cantine che si gioca la partita che andrà a definire le nuove tendenze e i gusti di domani.

A Valdisole ci stiamo concentrando sui vitigni aromaticiracconta Giuseppe “del resto Kyriaki è molto legata alla famiglia delle malvasie per le sue origini greche e io alle varietà che una volta venivano coltivate in queste zone, ma che sono state soppiantate da arneis e nebbiolo. Purtroppo in Roero, come in molte altre parti d’Italia, i vitigni aromatici sono stati spesso bistrattati, considerati banali, quando invece ad essere banali erano i risultati ottenuti nel modo in cui li impiegavano, per produrre vini dolci, frizzanti e di poco spessore. Nessuno mai aveva valutato di vinificarli secchi, fatta eccezione giusto per Matteo Correggia con il suo Anthos, che ancora oggi per me rappresenta una grande fonte d’ispirazione”.

Il vitigno per eccellenza di Valdisole infatti non è il nebbiolo, né tantomeno l’arneis, ma la malvasia moscata, vitigno autoctono del Roero completamente dimenticato, riscoperto e riportato in auge proprio da Giuseppe e Kyriaki. Affianco ad essa convivono poi moscato bianco, malvasia di Candia, bracchetto del Roero, ruché e tanti altri. In totale tra vitigni semi aromatici e aromatici abbiamo 5 varietà bianche e 7 rosse, da cui produciamo Pandora e Simposio, due vini destinati esclusivamente al mercato estero” continua Giuseppe “Quando però le quantità e la qualità ce lo consentono facciamo delle prove di vinificazione in purezza delle varietà e se ci convincono diventano vini a sé stanti”. Così sono nate le new entry di Valdisole Gaia e Nostos, vini aromatici rigorosamente secchi ottenuti rispettivamente da malvasia di Candia e brachetto del Roero.

“Negli anni ho scoperto che con la macerazione si riesce a fronteggiare l’esuberanza degli aromi primari dei vitigni aromatici” spiega Giuseppe “Nel 2018 un po’ per necessità logistica e un po’ per curiosità mi sono ritrovato a lasciare il moscato bianco sulle bucce per diversi mesi. Non solo ho scoperto che le bucce col tempo erano in grado di riprendersi alcune componenti amare del vino, ma anche che la macerazione lunga donava complessità e nuova identità alle varietà aromatiche. Da lì in poi io e Kyriaki abbiamo deciso che le nostre sperimentazioni avrebbero seguito questa strada”. Così a Valdisole moscato bianco, malvasia moscata e, nelle vendemmi a venire, anche la malvasia di Candia affrontano macerazioni superiori ai sei mesi. Al contrario il brachetto, avendo per natura una buccia poco spessa e consistente, difficilmente andrà incontro a una permanenza sulle bucce superiore alle due settimane. In ogni caso, attitudine alla macerazione o meno, le espressioni aromatiche dei vini di Giuseppe e Kyriaki continuano ad essere identitarie, intimamente legate al territorio e mai banali. E le due new entry Gaia e Nostos ne sono un’ulteriore conferma.

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