Nel caso vi siate messi ad esplorare a fondo il catalogo Triple “A” vi sarà senza dubbio già capitato di imbattervi in vecchie annate delle bottiglie e delle etichette più abili a sfidare il tempo. Del resto il vino è il prodotto che, più di tutti gli altri, è capace di racchiudere dentro al calice non solo i lineamenti di un territorio e i gesti di un vignaiolo, ma anche il racconto di una precisa annata.
Proprio questo ci ha spinto a dare vita a una selezione di piccole verticali da tre bottiglie firmate Agricoltori, Artigiani, Artisti. Abbiamo scelto etichette che hanno segnato la storia del vino e annate profondamente differenti tra loro. Pensiamo non esista modo migliore per scoprire un vino in tutte le sfaccettature e quanto ogni singola annata sia in grado di influenzarne l’espressione.
La prima verticale vi condurrà alla scoperta della leggendaria Coulée de Serrant, l’iconico chenin blanc di Nicolas Joly, ambasciatore francese dell’agricoltura biodinamica e fondatore de La Reinassance des Appellations. Un’AOC a sé stante che si estende su 7 ettari interamente di proprietà della famiglia Joly, uno chenin su suoli scistosi con piccole percentuali di grappoli botrytizzati, variabili a seconda dell’annata.
Tre millesimi differenti tra loro che restituiscono tre espressioni da scoprire nel loro fil rouge di vino tanto potente e volumico, quando fine e perfettamente equilibrato.
Il percorso prosegue spostandosi verso sud in direzione Bordeaux, o più precisamente a Saint-Cibard, sullo stesso altipiano roccioso di Pomerol e Saint-Émilion dove la famiglia Amoreau vive produce vino da più di quattro secoli. La Cuvée Barhélemy di Château Le Puy è un Bordeaux fuori dagli schemi, ma di inarrivabile finezza. Tre diverse interpretazioni di purezza, velluto ed eleganza.
Varcando il confine con l’Italia, è il turno delle tre versioni della barbera di Cascina degli Ulivi vinificate da Stefano Bellotti, agricoltore e pioniere della biodinamica e del vino naturale in Italia. Il Mounbé come diceva Stefano “ha una personalità femminile, ma estroversa; è un vino di luce. È estremo in tutte le sue espressioni, articolate in maniera morbida e gentile”. Abbiamo scelto tre annate che racchiudono alla perfezione tutte ciò.
A chiudere il tragitto è il Montebuono del Commendator Lino Maga con annate storiche appartenenti a tre diversi decenni. Stesso assemblaggio e collina opposta a quella del Barbacarlo, il Montebuono non è da considerarsi il secondo vino dell’azienda, ma l’alter ego del Barbacarlo. Espressioni in serie di uno dei pochissimi ritratti fedeli delle potenzialità dell’Oltrepò Pavese.
Scopri di più sulle annate della nostra selezione di verticali, ma soprattutto tieni d’occhio la sezione: è in continuo aggiornamento!
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