I vini per combattere l'afa

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I vini per combattere l'afa

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Basso grado alcolico e alto potenziale di beva: quando scoppia l’estate questa è l’unica soluzione. Scopri tutte le Triple “A” perfette per sfuggire al caldo torrido.

L’estate è entrata nel vivo: nel giro di pochi giorni si è passati dalle inconsuete piogge e dagli ultimi freddi primaverili al grande caldo. Per molti di noi però le vacanze sono ancora un lontano miraggio. Chi ha la fortuna di vivere al mare può già dedicarsi alla spiaggia e ai primi bagni, almeno nel tempo libero, chi vive nell’entroterra invece ha due alternative: fare il turista del weekend rischiando di passare in coda sulle autostrade gran parte del fine settimana o arrendersi al caldo e al cemento rovente della città.

A qualunque di queste categorie apparteniate, se siete arrivati a leggere queste righe sicuramente almeno una cosa in comune ce l’avete: il calice facile. Diciamolo subito a scanso di equivoci: bere fa male e sotto il sole ancor di più. Per questo vi consigliamo di farlo sempre all’ombra e di scegliere vini freschi e dissetanti con la beva come punto di forza e il grado alcolico ridotto al minimo.

Partiamo al contrario. L’avete mai provato il Moscato d’Asti all’aperitivo? Si, avete capito bene, il vino da panettone per eccellenza d’estate può diventare uno dei migliori alleati di chi al suo calice pre-prandiale non può proprio rinunciare. Due però sono le caratteristiche essenziali: che si tratti di un Moscato vero, naturale e non stucchevole (e, ahinoi, ne esistono ben pochi!) come quello dei Bera e che sia servito ghiacciato. Il basso grado alcolico, lo sprint di agilità, bollicina e sale e l’inconfondibile dolcezza convinceranno al primo sorso anche i più diffidenti. E se volete alzare la posta in gioco abbinateci delle ostriche: un jackpot a colpo sicuro.

Se invece il residuo zuccherino proprio non fa per voi, tra rifermentati e ancestrali secchi c’è da sbizzarrirsi. È sufficiente un secchiello con del ghiaccio e qualche bicchiere per rinfrescarsi all’ombra delle bollicine più funky e sbarazzine del panorama enoico in tutte le loro sfumature possibili: dalla candida velatura del vibrante Scompiglio di Di Giulia, all’arancio carico del 280 s.l.m. il vero prose**o macerato di Costadilà, dal lieve rosato dell’agilissimo Vient ’e Terra de I Cacciagalli fino al rosso quasi fluo del croccante e dissacrante Miau di Pranzegg.

Vini estivi

Tra i vini fermi, niente fa più estate dei rosati specialmente per la loro capacità di racchiudere nel calice profumi e tempra dei rossi e agilità e beva dei bianchi. La pink revolution è ancora in atto e anche qui tra rosa antico, tenue, chiaretto e cerasuolo ce n’è per tutti i gusti. Dal freschissimo Drago Rosé di Musella tutto rosa e lamponi al più carnoso e strutturato Rosato di Primitivo de L’Archetipo, dal mediterraneo e voluttuoso Rosé d’Amour di Possa al profumatissimo e profondamente marino Marinetto di Sergio Arcuri.

Se siete relegati in città a causa del lavoro, il modo migliore per sentire l’aria del mare è proprio facendo un viaggio dentro un calice. Quando di sera si alza un po’ d’arietta, basta immergere il naso in alcuni bianchi per farsi trasportare tra scogli, spiagge e salsedine. Provate con il mineralissimo Muscadet Classic del Domaine de l’Ecu, con la finezza e l’eleganza del Petit Salé dello Chateau Roquefort oppure con la sapidità e i profumi di un Monte dei Frati de La Felce. Se invece al mare ci siete già, le stesse bottiglie portatele in tavola o sotto l’ombrellone rispettivamente insieme a un plateau di ostriche e frutti di mare, a un fritto misto in cartoccio e a uno spaghettone al ragù del pescato del giorno.

Chi invece non può proprio rinunciare al rosso, se un tempo aveva poche alternative, oggi si trova di fronte a un’abbondanza di rossi leggeri mai visti prima. Non solo macerazioni carboniche, che ultimamente (con le dovute eccezioni) rischiano di diventare un po’ omologanti, ma vini di sostanza che vestono i panni della semplicità, della fragranza e dell’agilità. Tra i capostipiti della categoria l’ormai famoso Lezèr di Foradori, figlio delle sperimentazioni di Theo ed Emilio, il Rosso Leggero del loro quasi vicino di casa Martin Gojer di Pranzegg, La Cuvée du Chat del Domaine Lapierre dove invece la semicarbonica è di casa e infine lo Scapigliato, ex vino sfuso dei ragazzi della Cooperativa Agricola Sociale Calafata.

Fatta la vostra scelta, vedrete che con un calice in mano anche in lunedì pomeriggio può prendere le sembianze di una piccola vacanza. Al secondo l’afa quotidiana vi parrà di colpo più sopportabile. Al terzo le ferie non vi sembreranno più così lontane!

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