L’estate è ormai pronta a sbocciare e se, vista la situazione, andare al mare sembra ancora un miraggio, il mare possiamo quantomeno cominciare a portarlo tra le mura di casa. Chiamate il vostro pescivendolo di fiducia, spalancate le finestre e rosolatevi al sole in attesa della consegna. Noi proviamo a far volare la vostra fantasia tra preparazioni e vini figli del mare, ritratti di sole, di venti e di sale, che vi faranno sentire come sotto l’ombrellone, con la sabbia tra le dita dei piedi.
Rosa, grigi, rossi di Mazara del Vallo o dalle uova blu, i gamberi purché siano freschi sono i principi del mondo dei crostacei. Da mangiare crudi sono una vera e propria gioia per il palato, apritevi una bottiglia di Petit Salé di Chateau de Roquefort e divertitivi a sporcarvi le mani ad aprirli, succhiandoli senza paura di sbrodolarsi. Mi raccomando, non buttate i carapaci (teste e gusci per intenderci), potrete cimentarvi in una bisque per estrarne tutto il gusto che racchiudono, per poi condire dei paccheri scolati al dente, da accompagnare con un calice di un vino po’ più carico come un In Origine Bianco di La Felce.
Se siete amanti del crudo, di certo non basteranno i gamberi a soddisfarvi. Armatevi di coltello e dimostrate le vostre abilità sfilettando una ricciola, poi fatene una tartare. Se il pesce è fresco e di qualità (se non lo è tanto vale non farlo) basterà un filo d’olio e un bicchiere di Cala Cala Bianco di Calabretta per un perfetto sushi all’italiana. Se invece i coltelli non sono il vostro forte, recuperate una vaschetta di alici e dopo avergli inciso la testa, tiratela con decisione verso di voi per ottenerne un filetto perfetto. Immergetele velocemente in un piatto con olio, aglio in pezzi e prezzemolo, mentre stappate una bottiglia di Aorivola de I Cacciagalli. Ma attenzione proprio come per le alici, un sorso tira l’altro.
Se volete che il mare vi esploda in bocca però bisogna passare per forza dai molluschi. Un grande classico da cui non si scappa sono le ostriche, da ingoiare una dopo l’altra finché il vostro portafoglio ve lo permette. Una bottiglia Clos Paradis del Domaine Fouassier e il paradiso vi sembrerà di averlo già trovato. Oppure le immancabili cozze con cui potete sbizzarrirvi: dalle classiche impepate, a quelle ripiene e gratinate al forno, fino a una classica spaghettata, magari arricchita anche da qualche vongola. Non buttate mai via l’acqua che rilasciano, è ottima per dare una nuova vita a del pane secco. Aprite una bottiglia di Greco Bianco dell’Archetipo e toccherete il cielo, o meglio il mare, con un dito.
Quando siete in tanti, andate sul pesante e portate a casa un bel branzino (occhio al peso o il pesce potrebbe essere più “salato” del previsto). Se volete conservarne il sapore e mantenerne tutti i succhi, copritelo di sale e infornatelo per una ventina di minuti. Poi rompete la crosta e assaporatelo in tutta purezza, con un bicchiere di Raiz di Tiego di Teles. Altrimenti tagliate dei filetti a pezzi e sporcatelo con due ciliegini maturi schiacciati, un’oliva nera e qualche cappero. Avvolgete nella stagnola e in forno. Impostate il timer sul detto delle nonne “cotto o non cotto, il fuoco l’ha visto”: insomma stracuocerlo è un delitto, lasciarlo un po’ rosato può renderlo anche più buono e in tinta col vino, un Rosé d’Amour di Possa.
“Mai e poi mai pesce e vino rosso!” Quante volte avete sentito questa frase? Talmente tante che è entrata in testa perfino agli astemi. Se vi trovate tra le mani pesci di piccola taglia, tra merluzzetti, triglie, gallinelle, tracine, scorfani e chi più ne ha più ne metta, è tempo di fare un brodetto. Inutile cercare una ricetta, vi perdereste tra talmente tante varianti regionali che finireste per far diventare vecchio il pesce. Da mangiare direttamente dalla casseruola con le mani e un buon numero di amici, gareggiando a chi si accaparra per prima il suo pesce preferito. Obbligatorie due fette di pane a testa per la scarpetta finale. Provatelo con un Rossetto di Altura o un Puszta Libre di Claus Preisinger.
E le zuppe e i fritti? E lo stoccafisso e il baccalà? E i calamari e le seppie? E i pesci di lago e di fiume? Nella prossima puntata… altrimenti non basterebbe una settimana neanche a nominarli tutti.